Scoliosi, patologia in aumento – La prevenzione in età scolare

La presenza sul territorio di un numero sempre maggiore di adulti e anziani con patologie che riguardano la colonna, richiede un’attenzione particolare nell’età scolare, il momento in cui le differenti deformità vertebrali appaiono con maggiore incidenza. Per identificarle e adottare precocemente tutte le terapie necessarie per correggerle, è importante eseguire già fra gli 8 e I 13 anni una visita fisiatrica con focus sulla diagnosi precoce della patologia più diffusa: la scoliosi.

LA SCOLIOSI Quando si parla di scoliosi è importante fare subito una distinzione tra la scoliosi vera e propria e il cosiddetto atteggiamento scoliotico. La prima è una deformità della colonna vertebrale che risulta, sulle radiografie, con una curva anomala laterale che richiede cure specifiche. L’atteggiamento scoliotico, invece, è un difetto legato in genere alla mancanza di attività fisica e all’assunzione di posizioni scorrette, che si risolve modificando le proprie abitudini posturali. La scoliosi è nella maggior parte dei casi (80-85%) idiopatica, ciò sta a significare che la causa primitiva non è nota, tuttavia si ritiene che lo squilibrio tra sviluppo scheletrico e muscolare rappresenti un fondamentale fattore di comparsa della deformità. Nei restanti casi, 15-20% è congenita, oppure legata a patologie neurologiche o di altro genere. La scoliosi idiopatica dell’adolescente (AIS) colpisce soprattutto le femmine con un rapporto 7:1 e inizia a manifestarsi s attorno agli 8/11 anni, tendendo poi a peggiorare fino a quando la struttura ossea non giunge alla sua maturazione completa. Se i segni iniziali di una curva scoliotica vengono scoperti prima della pubertà ci saranno più possibilità di intervenire efficacemente sulla malattia. Di qui, l’importanza della prevenzione che si basa sulla semplice, ma attenta osservazione del ragazzo/a. Comunque, anche se curata in ritardo, cioè quando la crescita scheletrica è già iniziata, i risultati, in molti casi, sono positivi e, se non altro, consentono di arrestare la progressione della deformità.

I SINTOMI La scoliosi compare in modo graduale e spesso inosservata. In genere, non provoca dolori, però la si può riconoscere da alcuni indizi evidenti nel fisico di chi ne soffre: spalle a diversa altezza, bacino sbilanciato, una o entrambe le scapole prominenti, anca sollevata e inclinazione della postura da un lato. In presenza di questi segnali, è opportuno ricorrere al medico, per capire anzitutto se si tratta di scoliosi posturale o strutturale. Il medico esaminerà il paziente in tre posizioni: in piedi, piegato in avanti e disteso sul lettino in posizione supina. Osservando il paziente in piedi, si nota l’eventuale asimmetria del livello orizzontale delle spalle, dei fianchi e dei triangoli della taglia; quando si flette in avanti, risulta facile valutare l’entità del gibbo costale, che tra l’altro può essere misurata con una scala graduata; da disteso sul lettino si può misurare la lunghezza degli arti inferiori.

QUANDO PREOCCUPARSI La misurazione della deviazione scoliotica viene espressa in gradi (angolo di Cobb) e si calcola unendo le rette che passano per i piatti delle vertebre più inclinate, rispettivamente in alto e in basso. Si è in presenza di scoliosi quando l’angolo di curvatura supera i 5°. Anche se, in genere, il limite di gravità della scoliosi è posto attorno ai 20°. Nella popolazione giovane e adulta vi è una netta prevalenza delle scoliosi lievi (7,7%) rispetto a quelle severe (0.2-0.3%) e una curva richiede trattamento solo se maggiore dei 30°-40° di Cobb.

LE CURE Per un adeguato trattamento della scoliosi è importante rivolgersi a medici specializzati nella colonna vertebrale che sanno prescrivere le terapie adeguate al grado di deformazione della colonna. Nei casi più lievi, non è necessaria alcuna terapia specifica, ma semplicemente un’attività motoria generica per potenziare i muscoli paravertebrali. Se la curva è oltre i 20° fino ai 30°-35° esistono diverse soluzioni terapeutiche incruente adattabili alla gravità della situazione: dalla chinesiterapia comunemente detta ginnastica correttiva, alle elettrostimolazioni selettive della muscolatura paravertebrale, ai busti ortopedici, per nulla amati dai giovani in quanto scomodi e vistosi. Nel caso ci si trovi di fronte ad una curva superiore ai 35°-40° diviene necessario il trattamento chirurgico.

MOVIMENTO L’attività fisica non è in grado di corregge un dismorfismo quale la scoliosi, ma è necessaria per prevenire un peggioramento, agendo sulla tonificazione generale e sull’allungamento muscolare, in modo tale da favorire il recupero della simmetria. Ben differente e del tutto risolutivo è viceversa il suo contributo quando ci ritroviamo di fronte ad un atteggiamento scoliotico.