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Risonanza magnetica all’encefalo: a cosa serve e costi

Da IRM si effettua la Risonanza magnetica all’encefalo in regime privato, convenzionato e mutualistico.

Risonanza magnetica all’encefalo: cos’è

La Risonanza magnetica nucleare all’encefalo o RMN all’encefalo è uno screening diagnostico che utilizza campi magnetici e onde radio per diagnosticare o escludere patologie che possono interessare il cervello, il cervelletto, il diencefalo e il tronco encefalico. La RMN in oggetto si effettua all’encefalo, all’ipofisi, alle orbite, all’angolo ponto-cerebrale e studia la dinamica liquorale.
Sicura, indolore e non invasiva, è utile per indagare:
  • Aneurisma cerebrale
  • Cefalee
  • Cisti cerebrali
  • Disturbi del nervo acustico e del nervo ottico
  • Ematomi cerebrali
  • Edema cerebrale
  • Emorragie cerebrali
  • Encefaliti
  • Ictus
  • Idrocefalo
  • Meningite
  • Sclerosi multipla
  • Tumori al cervello

Risonanza magnetica encefalo: come si svolge

La persona viene fatta sdraiare supino su un lettino mobile ed entra nel tunnel che compone il macchinario di grandi dimensioni e a forma di tubo aperto alle estremità che funge da magnete. Il campo magnetico che si crea orienta in modo diverso e per un breve lasso di tempo gli atomi di idrogeno del soggetto, mentre le onde radio fanno sì che questi atomi mandino dei segnali che servono per creare delle immagini tridimensionali, sezionate in base a diverse angolature, degli organi o dei tessuti da studiare. In una stanza accanto un operatore osserva le immagini che vengono trasmesse sul monitor di un computer e, all’occorrenza, può parlare con il paziente grazie ad un microfono. Il soggetto, che indossa una cuffia o dei tappi per attenuare il rumore del macchinario, deve rimanere immobile durante tutto l’esame e, se necessario, gli viene iniettato in vena un mezzo di contrasto che mette in evidenza alcuni dettagli utili all’indagine. L’esame dura dai 15 ai 30 minuti e al termine la persona può svolgere regolarmente le attività di sempre. Per effettuare l’esame non occorre interrompere l’uso regolare dei farmaci. Qualora sia necessario utilizzare un agente di contrasto, bisogna digiunare da almeno 4 ore. Il paziente deve riferire probabili allergie per eventuale profilassi antiallergica da eseguire prima dell’esame. Prima di svolgere l’indagine diagnostica occorre togliere gli oggetti metallici e in caso di tatuaggi è bene segnalarlo in quanto i pigmenti possono contenere del metallo. Gli esiti verranno analizzati dal radiologo che li consegnerà al paziente dopo pochi giorni.

Il paziente viene fatto sdraiare supino su un lettino mobile e viene fatto entrare nel tunnel che compone il macchinario. Di grandi dimensioni e a forma di tubo aperto alle estremità, l’apparecchiatura crea un campo magnetico, che orienta, per un breve lasso di tempo, gli atomi di idrogeno del soggetto in modo diverso. Al tempo stesso, l’attività delle onde radio fa sì che questi atomi mandino dei segnali utili a creare delle immagini tridimensionali degli organi o dei tessuti da studiare, sezionate in base a diverse angolature. Quando necessario, viene iniettato in vena un mezzo di contrasto, che mette in evidenza alcuni dettagli utili all’indagine.

In una stanza accanto è presente un operatore che osserva le immagini create dal macchinario trasmesse sul monitor di un computer e, all’occorrenza, può parlare con il paziente attraverso ad un microfono. È importante che il paziente, a cui viene fatta indossare una cuffia o dei tappi per attenuare il rumore del macchinario, rimanga immobile durante tutto l’esame.

L’esame dura dai 15 ai 30 minuti e al termine la persona può tornare a svolgere regolarmente le attività di sempre.

Per effettuare l’esame non occorre interrompere l’uso regolare dei farmaci. Nei casi in cui è necessario utilizzare un agente di contrasto, è richiesto un digiuno di almeno 4 ore prima della risonanza. Prima di svolgere l’indagine diagnostica occorre togliere gli oggetti metallici e, in caso di tatuaggi, è bene segnalarlo, in quanto i pigmenti possono contenere del metallo che può interferire con lo svolgimento dell’RMN.

Il paziente deve anche riferire eventuali allergie, che richiederanno l’esecuzione di una profilassi antiallergica prima dell’esame.

Gli esiti verranno analizzati dal radiologo, che li consegnerà al paziente dopo pochi giorni.

Chi può effettuare la RMN all’encefalo

Questa tecnica diagnostica offre immagini tridimensionali dettagliate e non comporta alcun pericolo ed è del tutto sicura. Può anche essere ripetuta più volte e in tempi ravvicinati, dal momento che il paziente non viene esposto a radiazioni.

Non possono fare la Risonanza magnetica all’encefalo le donne in stato di gravidanza e coloro che hanno pacemaker, protesi articolari metalliche non di ultima generazione, elettrodi, neurostimolatori o protesi che potrebbero interferire con i campi magnetici, a meno che non si abbia una dichiarazione di idoneità scritta dallo specialista che ha eseguito l’intervento.

In caso di punti di sutura o clip è bene informare subito lo specialista.

Risonanza magnetica encefalo: controindicazioni

La RMN all’encefalo non presenta controindicazioni.

Se si è allergici al mezzo di contrasto, o si soffre di qualche allergia, occorre comunicarlo allo specialista in modo che possa valutare come procedere.

Se durante lo screening è stato utilizzato un agente di contrasto, dopo l’esame il paziente viene trattenuto per un breve lasso di tempo.

Mezzo di contrasto: a cosa serve

Il Gadolinio è il mezzo di contrasto che viene iniettato in endovena, quando necessario, per effettuare la RMN all’encefalo. Può accadere che poco dopo la sua somministrazione si provi una sensazione di fresco al braccio, che però è innocua e termina dopo pochi secondi.

Una volta all’interno del corpo, l’agente di contrasto favorisce l’aumento del segnale di alcuni tessuti.

I pazienti che si sottopongono all’indagine diagnostica con il Gadolinio devono effettuare precedentemente le analisi del sangue, per verificare il valore della creatinina, fondamentale per valutare il funzionamento dei reni. Talvolta, infatti, può accadere che il liquido possa determinare dei problemi sul funzionamento renale.

Per avere più informazioni contattaci al numero 0119662585 o scrivici a info@ricerchemediche.it