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PianezzaRisonanza Magnetica (RM) al cervello: cos'è e quando è necessaria?
In generale, la Risonanza Magnetica (RM) (o Risonanza Magnetica Nucleare) è un esame diagnostico che utilizza l'imaging biomedico per esaminare l'interno del corpo umano. L'esame sfrutta una tecnologia a campo magnetico e onde a radiofrequenze.
La tecnologia di risonanza è applicata in campo medico circa dalla metà degli anni Settanta e, negli anni Duemila, gli studiosi Paul Lauterbur e Peter Mansfield hanno ricevuto il premio Nobel per la medicina grazie alla ricerca sugli effetti biologici dei campi elettromagnetici, indispensabili per lo sviluppo di questa tecnologia.
Il campo magnetico emesso dal macchinario agisce "in risonanza" con gli atomi di idrogeno presenti nell'acqua contenuta in organi e tessuti. In tal modo, gli atomi restituiscono un segnale che, captato dai ricevitori del macchinario, viene convertito in impulsi. Gli impulsi formano un'immagine in scala di grigi che rappresenta le diverse densità dei tessuti e degli organi del corpo.
In generale, più è intenso il campo magnetico e più è alta la risoluzione delle immagini create. Questo viene misurato in tesla e solitamente è un valore compreso tra 0,5, 1,5 e 3 tesla.
Come prenotare una Risonanza Magnetica all'encefalo a Pianezza?
Il Poliambulatorio IRM di Pianezza è stato tra i primi centri privati a installare la risonanza ad alto campo da 1,5 Tesla con mezzo di contrasto. Attualmente, è stato raggiunto un nuovo traguardo con l'installazione della RM ad alto campo da 3.0 Tesla (clicca qui per saperne di più), una tecnologia aggiornata e di ultima generazione. Inoltre, in IRM è presente un macchinario per la RM semi-aperta (scopri di più), che può essere utilizzato con i pazienti claustrofobici o in sovrappeso (previa valutazione idonea del medico radiologo).
Nella nostra sede IRM di Pianezza è possibile prenotare un esame di Risonanza Magnetica all'encefalo con i nostri specialisti del reparto di Diagnostica per immagini.
Risonanza Magnetica al cervello: quando viene prescritta?
La Risonanza Magnetica al cervello (o encefalo) è un esame diagnostico che utilizza campi magnetici e onde radio per diagnosticare o escludere patologie che possono interessare il cervello, il cervelletto, il diencefalo e il tronco encefalico. L'esame di risonanza si effettua all’encefalo, all’ipofisi, alle orbite, all’angolo ponto-cerebrale e studia la dinamica liquorale. L'esame è sicuro e indolora e si utilizza per indagare le cause o i sintomi di alcune patologie come, ad esempio:
- Aneurisma cerebrale;
- Cefalee;
- Cisti cerebrali;
- Disturbi del nervo acustico e del nervo ottico;
- Ematomi cerebrali;
- Edema cerebrale;
- Emorragie cerebrali;
- Encefaliti;
- Ictus;
- Idrocefalo;
- Meningite;
- Sclerosi multipla;
- Tumori al cervello.
Cos'è il mezzo di contrasto (MDC)?
Il mezzo di contrasto usato nella risonanza magnetica è un liquido che viene somministrato al paziente per via endovenosa.
L’elemento fondamentale contenuto nel liquido è il Gadolinio. Tale elemento chimico reagisce alle onde elettromagnetiche creando un contrasto paramagnetico, rendendo più nitide le immagini. Il mezzo di contrasto non è sempre somministrato. Infatti, esso risulta utile in alcuni casi specifici come, ad esempio, distinguere tra vecchie lesioni e nuove lesioni attive in un'area precisa. Terminato l'esame, il liquido viene eliminato naturalmente dal corpo attraverso le urine e in alcuni giorni.
Per sottoporsi a un esame con mezzo di contrasto è necessario leggere attentamente l'informativa consegnata dai tecnici del reparto di diagnostica e compilare e firmare un modulo di anamnesi e un consenso informato.
Vi sono controindicazioni per la somministrazione del mdc?
In generale, questo tipo di liquidi farmacologici è sicuro “pur tenendo in considerazione i rischi generici di ipersensibilità, caratteristici di ogni formulazione iniettabile” (Circolare del Ministero della Sanità 900.VI/11.AG./642 del 17.9.97). I pazienti con insufficienza renale lieve o severa devono eseguire preliminarmente il dosaggio della creatinina del sangue (ESUR 2012) e presentare il risultato dell'esame al personale medico che valuterà la funzionalità renale. Infatti, i pazienti affetti da insufficienza renale moderata e severa ai quali venga somministrato un mezzo di contrasto sono esposti maggiormente al rischio di sviluppare una rara patologia nota come Fibrosi Sistemica Nefrogenica (FSN).
In base alle recenti evidenze in letteratura, l’uso del mezzo di contrasto a base di Gadolinio, in pazienti considerati ad alto rischio, nei dializzati e/o sottoposti a trapianto renale, è strettamente legato a una scelta consapevole e condivisa tra il clinico richiedente e medico radiologo, nel rispetto del minor costo biologico e migliore risposta diagnostica.
Come si svolge l'esame?
L'esame è sicuro e indolore. Al contrario di altri esami diagnostici come la TAC non vengono utilizzate radiazioni ionizzanti. La persona viene fatta sdraiare su un lettino mobile in posizione supina. Quando inizia l'esame, il lettino entra lentamente nel tunnel del macchinario. Durante l'esame il campo magnetico emesso dal macchinario crea degli impulsi che formano delle immagini tridimensionali, sezionate in base a diverse angolature, degli organi o dei tessuti da esaminare.
Nella sala di controllo, un tecnico qualificato osserva le immagini sul monitor e, all’occorrenza, può parlare con il paziente grazie a un microfono.
Il soggetto, che indossa una cuffia o dei tappi per attenuare il rumore del macchinario, deve rimanere immobile durante tutto l’esame e, se necessario, gli viene iniettato in vena un mezzo di contrasto che mette in evidenza alcuni dettagli utili all’indagine. Il paziente è sempre in contatto vocale, acustico e visivo con gli operatori, che eseguono un controllo costante durante tutta la fase di esame. In caso di insorgenza di disturbi, come sensazione di claustrofobia, calore, prurito, affanno, palpitazioni o svenimento, è opportuno che il paziente avverta quanto prima il Medico Responsabile dell’esecuzione dell’esame RM, utilizzando gli appositi dispositivi di segnalazione.
Per la buona riuscita dello screening è importante che il soggetto rimanga fermo durante tutto l’esame.
L'esame richiede una preparazione specifica? Ci sono controindicazioni?
L’esame senza mezzo di contrasto non richiede particolari preparazioni. Per effettuare l’esame non occorre interrompere l’uso regolare dei farmaci. Se l'esame viene eseguito con mezzo di contrasto al paziente viene comunicato di eseguire una preparazione specifica (consultabile qui) alcuni giorni prima. Nei giorni precedenti si possono assumere i medicinali di cui si fa abitualmente uso e seguire la consueta alimentazione. Tuttavia, ci sono delle accortezze da seguire prima e dopo l'esame come, ad esempio:
- Se si è allergici al mezzo di contrasto o si soffre di qualche allergia occorre comunicarlo allo specialista in modo che possa valutare come procedere;
- Se durante lo screening è stato utilizzato un mezzo di contrasto, dopo l’esame il paziente può essere trattenuto per un breve lasso di tempo per monitorare le condizioni;
- Prima di svolgere l'esame occorre togliere gli oggetti metallici e in caso di tatuaggi è bene segnalarlo, in quanto i pigmenti del colore possono contenere del metallo;
- Per l'esito dell'esame occorre attendere alcuni giorni, affinché il radiologo possa produrre il referto.
L'esame di Risonanza Magnetica non ha particolari controindicazioni e può essere ripetuto più volte e in tempi ravvicinati, datosi che il paziente non è esposto a radiazioni.
Tuttavia, a seconda del tipo di zona da analizzare vi sono alcune condizioni che impediscono all'esame di svolgersi. Ad esempio, non possono sottoporsi a esami di RM alla colonna vertebrale le donne in stato di gravidanza e i pazienti con pacemaker, protesi articolari metalliche non di ultima generazione, elettrodi, neurostimolatori o protesi che potrebbero interferire con i campi magnetici, a meno che non si abbia una dichiarazione di idoneità scritta dallo specialista che ha eseguito l’intervento.
In caso di punti di sutura o clip è bene informare subito lo specialista.
Quanto dura l'esame?
In genere, l'esame può avere una durata dai 15 ai 30 minuti. La durata può variare in relazione a esigenze cliniche e al numero di distretti anatomici da esaminare. Al termine il paziente può tornare a svolgere le normali attività quotidiane.